Panorama dalla Grande Piramide (Prato Piazza)

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sabato 6 settembre 2014

SENTIERO BONACOSSA - FERRATA MERLONE

Il 4 luglio, dopo una rapida consultazione alle previsioni meteorologiche locali, decidiamo di effettuare la prima escursione estiva dell'anno in una zona molto particolare: i Cadini di Misurina. Con partenza dal rifugio Auronzo (2320m) posto alla base delle Tre Cime di Lavaredo (2999m), il programma prevede una bellissima attraversata tramite il sentiero attrezzato Alberto Bonacossa che ci accompagna fino al rifugio Fratelli Fonda Savio (2367m); da qui proseguiremo per un breve tratto verso la spettacolare forcella della Neve per poi dirigerci verso est dove comincia la Ferrata Merlone che porta in vetta ad una delle cime più elevate dell'intero gruppo: Cima Cadin Nord Est (2788m). Infine, percorrendo la strada dell'andata fino al rifugio Fratelli Fonda-Savio (2367m), l'escursione si conclude con la discesa attraverso il segnavia 115 che ci conduce nei pressi del Lago di Misurina (1750m) dove abbiamo posteggiato l'auto. 
Utilizzando il comodo servizio di trasporto, ci spostiamo in breve tempo al rifugio Auronzo (2320m) ai piedi delle Tre cime di Lavaredo (2999m).

Dopo una breve ricerca, guardando verso sud, riusciamo ad intravvedere il sentiero attrezzato numero 117 che prende il nome di sentiero Alberto Bonacossa. Sono circa le ore 10. Se percorso interamente, esso porta fino al Rifugio Col de Varda (2115m) attraversando tutto il massiccio montuoso che oggi scopriamo per la prima volta da vicino.

Un bel primo piano al rifugio Auronzo (2320m).


Più ci allontaniamo più il panorama diventa emozionante in ogni direzione. Alle nostre spalle ancora una volta le Tre cime di Lavaredo (2999m).





Di fronte a noi vediamo già in lontananza la nostra meta; in particolare cogliamo l'occasione per immortalare un bellissimo scorcio sull'intero gruppo dei Cadini di Misurina con ben visibile al centro la Forcella della Neve preceduta dal grande canalone che risulta molto innevato, essendo ancora inizio stagione.

Poco più avanti troviamo anche una galleria scavata nella roccia non molto lunga: appena entrati riusciamo già a scorgere l'uscita.


Anche lungo il sentiero Bonacossa non mancano i tratti ancora innevati che attraversiamo con attenzione seguendo la traccia ben battuta.


Poco più in là troviamo una scala metallica che ci porta qualche metro più in basso in tutta sicurezza.

Dopo circa 2 ore giungiamo alla Forcella Rinbianco a quota 2176 metri. Da qui continuiamo per il sentiero Bonacossa cominciando a risalire il canalone innevato che in precedenza vedevamo solo in lontananza.


Dopo qualche facile passo su una neve ben compatta, ci ritroviamo di fronte ad un ultimo tratto di fune d'acciaio che con poca fatica ci porta nei pressi della prima vera tappa di questa escursione: il rifugio Fratelli Fonda-Savio (2367m).




Dato che il tempo è in veloce mutamento e che nel tardo pomeriggio la percentuale di possibili precipitazioni è prevista in aumento, decidiamo di sostare per poco nelle vicinanze del rifugio, giusto il tempo di assaporare un panino prima della parte più impegnativa della giornata. Così, verso le 13:30, ripartiamo con passo spedito verso l'attacco. In questo tratto il percorso è tutto su neve ed è impossibile scorgere i segnali che portano verso l'inizio della ferrata. Così saliamo per parecchio lungo una nuova traccia notando, solo ad un certo punto e a malapena, le lunghe scalette metalliche che, con oltre 300 gradini, caratterizzano la via attrezzata; quindi attraversiamo ancora qualche metro innevato per arrivare all'attacco dove scorgiamo l'insegna. Sono quasi le 14.

Dopo qualche metro di facili roccette, ci avviciniamo alla prima serie di scalette che in breve tempo ci fanno prendere quota.


Più saliamo i gradini, sempre abbastanza esposti, più il panorama attorno a noi si fa emozionante.



Terminate le scalette metalliche percorriamo ancora un po' di metri su rocce di 2°-3° grado ben attrezzate che dovrebbero terminare in un ultimo tratto di sentiero su ghiaia di facile percorrenza che, in poco tempo, dovrebbe condurre alla cima.


Tuttavia ci troviamo di fronte ad un piccolo nevaio molto ripido ed esposto che, ad un primo esame, sembrava di difficile attraversamento, se non con ramponi e piccozza. Senza scoraggiarci troppo, iniziamo a creare una traccia nella neve che, fortunatamente, è abbastanza compatta da tenere il nostro peso. Anche se riusciamo a superare il tratto innevato, decidiamo a malincuore di non proseguire: l'attraversamento del nevaio ci ha richiesto circa 40 minuti e molta fatica senza l'attrezzatura necessaria. Così scattiamo le ultime foto e scendiamo per il percorso dell'andata fino al rifugio.

Dopo un ultimo sguardo alla cima che avremmo dovuto raggiungere, iniziamo la discesa per il sentiero 115 verso il Lago di Misurina (1750m), che raggiungiamo quando sono quasi le 20. Intanto il tempo ritorna ad essere decisamente migliore.


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